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La crisi europea è lontana da essere risolta. I continui tentennamenti
franco-tedeschi degli ultimi anni della coppia Merkozy per una
soluzione rapida alla deriva greca hanno portato ad un deterioramento
ulteriore del contesto europeo. In Italia la disoccupazione balza al
10%, la Spagna lacerata dalla bolla edilizia ha il 25% di popolazione
senza lavoro, oltre ad avere Bankia (la quarta banca nazionale)
ridotta ad un colabrodo e parzialmente nazionalizzata da Madrid, alla
quale serviranno altri 15 miliardi di euro per essere “ripulita”. La
recessione economica ha ovviamente colpito la famigerata “stalla” dei
PIIGS ma ha anche investito l’ortodossa Olanda, capofila con la
Germania del rigore dei conti pubblici. Non sta bene nemmeno la
Francia che ha un deficit fuori controllo oltre il 4,5 %, nettamente
peggiore di quello italiano che si attesta al 2%, per non parlare
della crescita zero del PIL. In questo nefasto contesto risplende la
Germania e la sua cancelleria Angela Merkel, che stanno approfittando
intelligentemente della crisi. Infatti con la crisi finanziaria ed
economica del paesi dell’Europa del sud, la maggior parte dei capitali
stanno emigrando verso il porto sicuro di Berlino, portando di
conseguenza i tassi di interesse dei Bund vicino allo 0. Questo vuol
dire per uno Stato rifinanziarsi a costo zero, e poter spingere la
così odiata spesa pubblica con costi irrisori. Qualsiasi investimento
a livello privato o pubblico non costerà praticamente niente, e i
tassi dei mutui saranno ridicoli. Un bel vantaggio no?
Perchè mai le autorità tedesche dovrebbero scardinare questa
favorevole situazione?
E come se la Germania fosse un grande buco nero che inghiotte
avidamente tutto il capitale dei paesi europei in difficoltà, ed è per
questo che Mario Draghi ha disposto due LTRO (Longer Term Refinancing
Operation) da 489,19 e 529,13 miliardi di euro per poter rifinanziare
le banche europee in carenza di liquidità. L’intenzione del presidente
della BCE oltre che dare ossigeno agli istituti bancari è quella di
finanziare l’economia reale, anche se non si vedono per ora gran
risultati, infatti le maggiori banche spagnole o italiane hanno
preferito comprare titoli di stato nazionali. Alla Germania manca un
leader capace di avere una visione europea più ampia e non nazionale
come sta facendo Angela Merkel, abbiamo un disperato bisogno di un
Kohl o di un Adenauer fautori e padri dell’Europa e dell’euro che
possa amplificare l’integrazione europea portandola da solo monetaria
anche politica, da qui la necessità impellente di attuare gli
eurobond. Le responsabilità di Berlino per la situazione attuale sono
enormi, e pochi in Germania se ne sono resi conto. Un conto è l’uscita
della Grecia dall’euro che equivale al PIL della provincia di Vicenza,
ma dopo essa vengono giganti come l’Italia, che pur avendo i suoi
difetti ha un economia molto grande e soprattutto un debito pazzesco,
capace di sconquassare tutto il mondo finanziario. Non è neanche
nell’interesse tedesco far uscire l’Italia dall’euro, come ha spiegato
il Presidente del Consiglio Monti, un ritorno alla lira dell’Italia
sarebbe un gran fardello per l’esportazioni tedesche. E’ come se in
Europa nascesse una piccola Cina ma con un appeal dei prodotti mille
volte superiore.
Purtroppo nella storia della Germania la prepotenza non ha mai giovato
ma ha creato solo dei gran disastri, la corda si sta spezzando.

Malvinas o Falkland?

A quanto pare non è bastata una guerra tra Argentina e Regno Unito per mettere a fine alle rivendicazioni sulle isole Falkland (chiamate Malvinas dagli argentini), infatti negli ultimi mesi è esplosa nuovamente la tensione tra il paese di sua Maestà e lo stato sudamericano. Il ministro degli esteri argentino  ha denunciato all’Onu l’arrivo di truppe e naviglio pesante della Royal Navy, tra cui il cacciatorpediniere HMS Dauntless e un sottomarino a propulsione nucleare classe Vanguard, unità che hanno un’autonomia di navigazione illimitata e basata esclusivamente sulle scorte di cibo per l’equipaggio. La classe Vanguard come tutti i sottomarini del tipo SSBN sono stati progettati per poter usufruire della potenza di fuoco e del quasi illimitato raggio d’azione dei missili balistici intercontinentali Trident, ovviamente dotati di testate nucleari. Il governo britannico non ha ammesso la presenza di sottomarini nucleari, la loro esclusiva capacità di deterrenza nucleare e importanza geostrategica impedisce alle autorità militari di confermare.

[ Sottomarino britannico, Classe Vanguard]

Difficilmente ci sarà un escalation militare, l’Argentina negli ultimi anni si sta riprendendo da una crisi economica devastante e il  settore della Difesa è indietro 30 anni rispetto alle British Armed Forces. Un altro elemento da non sottovalutare è l’atteggiamento ostile di tutti i paesi sudamericani che si affacciano sull’atlantico verso le dimostrazioni di forza e di bullismo degli inglesi, i quali hanno appoggiato le richieste di Buenos Aires nell’ impedire a qualsiasi nave militare battente bandiera britannica di approdare nelle loro coste.

Perchè tutta questa rivalità per delle fredde e sperdute isole situate nel sud dell’Atlantico?

La prima risposta è sicuramente a causa della possibile presenza di giacimenti petroliferi, assolutamente strategici per tutti e 2 i paesi e ancora di più per l’Argentina, economia emergente.  La seconda motivazione si evince da una sconfitta militare mai accettata dal popolo argentino e vista come un’ umiliazione  perpetuata da un paese distante anni luce sia culturalmente che geograficamente dal loro territorio. La terza motivazione è sicuramente la volontà del Regno Unito di mantenere lo status di potenza globale (ex imperiale) e di essere in grado di proiettare uomini e mezzi  in qualsiasi punto del globo per far rispettare la sovranità del popolo britannico e di Sua Maestà Queen Elizabeth II.

Ancora non è ufficiale ma quasi. L’azienda aeronautica francese Dassault sta per piazzare 126 caccia multiruolo Rafale per un valore di oltre 10 miliardi di euro, sbaragliando la concorrenza del consorzio europeo Eurofighter composto dall’italiana Finmeccanica,  dalla britannica BAE Systems e dall’ispano-tedesca EADS.  Gli inglesi fanno trapelare un certo nervosismo, soprattutto il Premier Cameron, sbottando e criticando apertamente la decisione della loro ex colonia indiana. L’inquilino di Downing Street ha puntualizzato che l’Eurofighter Typhoon sia nettamente superiore al concorrente franceseDalla Germania invece non arrivano critiche ma fanno notare che il contratto non sia ancora stato firmato e ci siano dei piccoli margini per ribaltare questa guerra fratricida europea. Da Roma bocche cucite e silenzio fragoroso.

Se come sembra il contratto verrà firmato dagli indiani, sarà ossigeno puro per l’industria francese e in particolare per la linea di montaggio della Dassault, che si è beccata risposte negative in giro per il mondo, dal Brasile al Marocco, dagli Emirati Arabi alla Svizzera. Decisivo è stato il viaggio in India del Presidente Sarkozy, che ha promesso appoggio politico per la candidatura di New Delhi per un seggio permanente all’ONU.

Fonti di Bruxelles fanno trapelare grande delusione ma anche rabbia per una Francia ancora legata e nostalgica della strategia gollista, ovvero la necessità impellente di essere indipendenti sia militarmente che industrialmente dagli alleati. In effetti la Francia, insieme ad altri pochi paesi come gli Usa, Cina e Russia sono in grado di produrre ogni tipo di armamento senza aiuti esterni. Questa strategia isolazionista, portata avanti dal Generale Charles de Gaulle è ormai miope e vetusta, sia dal punto di vista economico e finanziario, (sviluppare il caccia Rafale è costato alla Francia 45 miliardi di euro)  che dal punto vista tecnologico. L’Eurofighter Typhoon è considerato da tutti gli osservatori come superiore al cugino francese.

Questa guerra commerciale tra nazioni europee,  fa intuire come sia ancora lontana l’idea di un unione economica e politica vera dell’Europa, un Europa oggi unita dalla sola moneta.

[nella foto il Generale Charles de Gaulle]

La linea dura di Berlino inizia a creare dubbi nell’establishment teutonico visto che la rigidità fiscale richiesta dal governo di Angela Merkel sta diffondendo astio e forti sentimenti anti-tedeschi in paesi come la Grecia e Portogallo ormai ridotti al baratro. Pensate che oggi un gigante come Apple capitalizza in borsa circa 400 miliardi di dollari, superando il PIL di paesi come la stessa Grecia, Argentina, Austia, e Sud Africa.

Un personaggio influente in Germania, come l’ex presidente della Confindustria tedesca Hans Olaf Henkel ritiene che sia oppurtuno abbandonare l’euro come lo conosciamo oggi e creare un euro del nord, il NEURO, insieme a paesi come Finlandia, Austria e Olanda.  Ma questa tesi non è sposata dal grosso dell’industria tedesca che resta tuttavia schierata con l’euro e i vantaggi che ha portato in questo decennio alla Repubblica Federale. Infatti molti imprenditori sono convinti che qualsiasi costo pagherà la Germania per l’austerità fiscale in Europa sarà comunque inferiore ai benifici che l’euro porta e porterà a Berlino.

La Germania con l’ euro abbastanza debole sul dollaro è assai avvantaggiata da questa situazione, riuscendo ad esportare molti più beni rispetto ad un ipotetico super marco che avrebbe complicato tantissimo l’esportazioni in Europa e nel mondo.

Uno studio di McKinsey stima che circa 165 miliardi di euro siano arrivati nelle casse del Bundesministerium der Finanzen ( Il Ministero delle Finanze) solo per l’adesione all’euro.

Finchè alla Germania andrà bene e l’economia tirerà abbastanza, la rigidità di Berlino rimarrà intatta ma gli ultimi declassamenti dei debiti sovrani, vedi la Francia, possono cambiare le carte in tavola, il Presidente della République Française ha detto chiaramente che l’Europa sta pagando l’ortodossia teutonica sui bilanci e ciò può provocare una recessione molto pericolosa.

L’unica soluzione alla crisi finanziaria sono gli Eurobond, ovvero emettere debito comune in tutta l’Europa e unificare i debiti sovrani, ma finchè non ci sarà un “jawohl” dal Bundestag è solo aria fritta.

Non sarà facile convincere i tedeschi a pagare  400.000 auto blu italiane o 28.000 forestali italiani. La lista è lunga.

Ecco tutte le novità della manovra Monti uscite dalle commissioni parlamentari  e  che saranno presto approvate tramite fiducia.

SCONTO IMU 50 EURO A FIGLIO: la detrazione per il pagamento dell’Imu sulla prima casa aumenta di 50 euro per ciascun figlio sotto i 26 anni. L’importo complessivo della maggiorazione, al netto della detrazione di base, non può superare il tetto di 400 euro.

TASSA ANONIMATO CAPITALI SCUDATI:i capitali scudati saranno soggetti a un’imposta di bollo speciale annuale del 4 per mille. Per il 2012 e il 2013 l’aliquota è stabilita nella misura del 10 per mille.

Aggiornamento :

Ulteriore rincaro della tassa sui capitali scudati nel 2013: l’aliquota sale dal 10 per mille al 13,5 per mille. Con un subemendamento alla manovra dei relatori approvato questa notte è stata modificata la proposta del governo su questo tema. Quindi, i capitali scudati saranno soggetti a un’imposta di bollo speciale annuale del 4 per mille. Per il 2012 l’aliquota è stabilita nella misura del 10 per mille e per il 2013, con il via libera al subemendamento dei relatori, l’aliquota è passata dal 10 per mille al 13,5 per mille.

IMPOSTA ESTRATTI CONTO C/C: gli estratti conto annuali dei conti correnti bancari postali e rendiconti dei libretti di risparmio restano tassati per 34,20 euro se il cliente è una persona privata. Per le società l’imposta sale a 100 euro. Il bollo sugli estratti conto non troverà applicazione nei casi in cui il valore medio della giacenza annua sia inferiore a 5mila euro.

CONTRIBUTO SOLIDARIETA’ PENSIONI D’ORO: in arrivo un contributo di solidarietà del 15% per le pensioni oltre i 200mila euro. Il prelievo è previsto per la parte eccedente i 200mila euro e varrà fino al 31 dicembre 2014.

PIU’ SOFT PENALIZZAZIONE PENSIONE ANTICIPATA: in arrivo penalizzazioni più soft per chi va in pensione anticipata. Nei primi due anni di anticipo nell’accesso al pensionamento rispetto ai 62 anni di età il taglio dell’assegno viene ridotto dal 2% all’1%.

ATTENUAZIONE IMPATTO PER CLASSE 52: “In via eccezionale” i lavoratori dipendenti del settore privato potranno andare in pensione di anzianità con 35 anni di contributi e 64 anni di età. La norma vale per chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2012.

PERCORSO ABBREVIATO PER DONNE: le donne potranno andare in pensione di vecchiaia a 64 anni se al 31 dicembre 2012 avranno almeno 20 anni di contributi e 60 anni d’eta.

LAVORATORI TERMINI E ALENIA: sono salvi dalle nuove norme sulle pensioni i lavoratori di Termini Imerese e dell’Alenia. Previste serie di deroghe per i lavoratori collocati in mobilità lunga da accordi sindacali siglati fino al 4 dicembre 2011. Il numero dei lavoratori a cui non si applica la nuova normativa pensionistica passano da 50 a 65mila.

SALE ALIQUOTA CONTRIBUTI ARTIGIANI: diventa più salato il conto della manovra per gli artigiani e i commercianti. L’aliquota contributiva dei lavoratori artigiani e commercianti sale all’1,3% nel 2012 fino ad arrivare nel 2018 al 24%.

PATRIMONIALE 0,76% IMMOBILI ALL’ESTERO: scatta un’imposta pari allo 0,76% sul valore degli immobili situati all’estero e destinati a qualsiasi uso dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato.

PRELIEVO SU ATTIVITA’ FINANZIARIE ALL’ESTERO: è istituita un’imposta dell’1 per mille annuo per il 2011 e il 2012 e dell’1,5 per mille a decorrere dal 2013 sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato.

TETTO 1,5% COMMISSIONI CARTE: un tetto dell’1,5% sulle commissioni a carico degli esercenti sui pagamenti effettuati con strumenti di pagamento elettronici, incluse le carte di pagamento, di credito o di debito. Sì anche a un sub-emendamento della Lega sulla commissione di massimo scoperto.

PENSIONI CASH FINO A MILLE EURO: pagamenti in contanti da parte della pubblica amministrazione, comprese le pensioni, fino a mille euro. I pagamenti saranno effettuati con carte prepagate e anche con la tessera sanitaria.

SI ALLENTA STRETTA RATE FISCO: più tempo per pagare le rate inevase. Ci si potrà mettere in regola fino alla rata successiva senza far scattare la decadenza della rateizzazione e l’iscrizione a ruolo.

PROROGA PAGAMENTI AZIENDE IN CRISI: 72 mesi di tempo in più per pagare le cartelle ad Equitalia alle aziende in difficoltà a causa della crisi economica.

ASSICURAZIONI PER MUTUI: è considerata pratica scorretta il comportamento di una banca che all’atto dell’erogazione di un mutuo impone la sottoscrizione di una polizza assicurativa erogata dalla medesima banca, istituto o intermediario.

AUTHORITY TRASPORTI: entrano nella vigilanza dell’Authority sui Trasporti le competenze su reti stradali e autostradali. Inoltre, il governo entro sei mesi emana le disposizioni volte per un’efficiente regolazione nel settore dei trasporti e dell’accesso alle relative infrastrutture.

ASTE SELVAGGE: potrà essere il debitore stesso a procedere alla vendita del bene pignorato o ipotecato con il consenso dell’agente di riscossione a cui viene interamente versato il corrispettivo della vendita. L’eccedenza del corrispettivo rispetto al debito è rimborsata al debitore.

STRETTA COMPENSI MANAGER PUBBLICI: una sui compensi per gli amministratori delle società non quotate, direttamente controllate dal ministero dell’Economia.

NUOVO ISEE: si riscrive l’Isee, stabilendo che l’erogazione dei servizi sociali sia parametrata non più solo sul reddito dichiarato, ma anche sul patrimonio disponibile e sul numero di figli a carico.

LSU NAPOLI E PALERMO: un rifinanziamento dei lavori socialmente utili per Napoli e Palermo.

DEDUZIONE 10% IRAP INTERESSI PASSIVI: dal primo gennaio 2012 le imprese potranno dedurre dalle imposte dirette (Ires e Irpef) il 10% dell’Irap versata sugli interessi passivi.

PROVINCE: gli organi provinciali in carica decadranno a scadenza naturale e non più entro il 31 marzo 2013 come prevedeva una proposta del governo. Inoltre, gli organi provinciali in scadenza l’anno prossimo non andranno più al voto ma verranno nominati dei commissari ‘ad acta’ fino alla messa a punto della riforma.

TAGLIO STIPENDI PARLAMENTARI: se entro il 31 dicembre di quest’anno la commissione guidata dal presidente dell’Istat non avrà terminato il suo dossier sul confronto Ue sugli stipendi dei titolari delle cariche elettive e dei vertici delle pubbliche amministrazioni, Parlamento e Governo assumeranno iniziative per il taglio degli stipendi.

LIBERALIZZAZIONI SCATTANO DA 2012: l’avvio delle liberalizzazioni delle attività economiche scatterà dal 2012 come previsto inizialmente. Le commissioni hanno ritirato la proposta dei relatori che posticipava l’entrata in vigore al 31 dicembre 2012, con l’avvio di fatto dal 2013.

NORMA ‘SALVA-TAXI‘: i taxi vengono esclusi dalle liberalizzazioni.

EDITORIA: interventi di sostegno all’editoria e al pluralismo dell’informazione rientrano fra i beneficiari di un fondo che la recente legge di Stabilità ha incrementato di 1,143 miliardi per il 2012.

(fonte TMnews)

 

In Italia non esiste solo casta dei politici, ma molteplici caste. Vanno dai farmacisti, agli avvocati, dai notai ai commercialisti. In queste ore il Parlmento, vero ricettacolo di lobbisti, sta stravolgendo la manovra finanziaria ideata da Monti, dove era previsto un primo impulso alle liberalizzazioni, in particolare quello delle farmacie. La potente e intoccabile lobby dei farmacisti sta aumentando la morsa sul Parlamento per impedire la liberalizzazione dei farmaci di fascia c (vale a dire quei medicinali che richiedono ricetta medica) e minacciano ritorsioni, quali la serrata generale delle farmacie. Il decreto legge del governo Monti prevedeva infatti la possibilità da parte dei cittadini di poter acquistare questo tipo di medicinali nelle parafarmacie e nei grandi corner di distribuzione per far scendere i prezzi, produrre migliaia di posti di lavoro e creare 3 mila nuove aziende.  La casta dei farmacisti è solo la punta dell’iceberg  di un sistema Italia totalmente mummificato e privo di concorrenza. Il percorso di lavoro di Monti per sdradicare le caste d’Italia sarà duro e impervio, dove solo Bersani con modesti risultati è riuscito ad avventurarsi.

Il governo Monti ha approvato la sua prima manovra finanziaria da 30 miliardi di euro lordi che vanno ad aggiungersi ai 60 miliardi del governo Berlusconi. Circa 90 miliardi di euro sono quindi i tagli di spesa e tasse che andranno ad azzerare il deficit nel 2013.  Non è  difficile capire che tutti questi tagli e tasse non faranno altro che portare ad una recessione nei prossimi anni, l’Italia ha bisogno immediatamente di un vero piano industriale di rilancio economico basato su liberalizzazioni, innovazione, ricerca e sgravio del costo del lavoro. L’austerità draconiana imposta dalla Germania e dalla BCE è una medicina amara che può abbattere il cavallo Italia, senza un adeguato piano strutturale di crescita non sarà facile abbattere il debito mettendo solo tasse e tagliando la spesa. Si dovrebbe procedere ad una spending review, ovvero spulciare nei bilanci dei ministeri e tagliare ciò che è improduttivo e che non produce crescita.

Questa manovra andava comunque fatta per placare il nervosismo dei mercati e abbassare gli interessi sui nostri titoli di stato ormai diventati insostenibili, oltre che per salvare l’euro da una possibile catastrofe che avrebbe travolto tutto il globo. Nei prossimi mesi è importante che il governo si concentri sulla crescita, unica soluzione per ripianare il debito e dare una speranza di futuro all’Italia.

Il risanamento di bilancio effettuato dall’Italia non potrà che essere seguito dalla Francia di Sarkozy a rischio declassamento, che predilige  guardare i problemi degli altri che a casa propria. Mentre l’Italia raggiungerà il pareggio di bilancio nel 2013 la Francia avrà un deficit sopra il 3%.

Tensioni nel Pacifico

Mentre l’Europa vive la peggiore  crisi economica e finanziaria dalla Seconda Guerra Mondiale, il Presidente degli Stati Uniti d’America  Barack Obama, è volato nella terra dei canguri, l’Australia. La visita ha l’obiettivo di rinsaldare l’alleanza con il paese oceanico e ribadire l’influenza strategica degli Yankee nella regione dell’Asia pacifico. Obama manderà infatti quasi 3000 marines nel paese, specificando che serviranno a garantire la sicurezza dei mari e quindi le vie commerciali.

Il vero obiettivo della strategia americana è però ben altro. Il varo della prima portaerei cinese Varjag  ha creato qualche malumore ai falchi di Washington, che non accettano in alcun modo l’espansione cinese nell’area dell’Asia pacifico, zona ormai di primaria importanza visti gli interessi economici in gioco e hanno quindi pensato di ricordare a Pechino chi comanda da quelle parti. Non dimentichiamoci che nel Pacifico operano attualmente 2 flotte navali Usa, la Terza flotta con base a San Diego e la Settima flotta basata a Yokosuka vicino alla baia di Tokyo. La presenza navale è quindi assai notevole, solo queste 2 flotte hanno a disposizione 6 portaerei classe Nimitz da oltre 100.000 tonnellate l’una con 85 aerei da combattimento ciascuna.

Pechino quindi non ha attualmente le capacità militari di rispondere alla potenza navale americana ma può stare solo a guardare. Il portavoce del ministro degli esteri cinese ha dichiarato : «Non si comprende perché si debba intensificare e espandere l’alleanza militare con l’Australia: non dovrebbe essere l’interesse dei due Paesi in questa regione»

Pechino fa capire chiaramente quanto sia fastidiosa la presenza militare degli Yankee vicino alle loro coste e quanto la Cina abbia bisogno di rafforzare la propria Marina Militare assai inferiore come numeri e mezzi e ancora deteriminante per l’influenzare gli equilibri in un oceano un tempo dominato dall’Impero Giapponese.

[Oggi in Indonesia, il premier cinese Wen Jiabao ha messo in guardia contro qualsiasi interferenza esterna nel Mar Cinese Meridionale]

L’Europa al bivio

L’Europa e l’euro si trovano al punto di non ritorno.  Lo spread dei titoli di stato italiani, spagnoli, belgi e francesi hanno toccato oggi nuovi record storici e  fanno indubbiamente capire che il contagio sia appena iniziato e la soluzione alla crisi del debito sia bel lontana dall’ essere risolta.

Riavvolgendo il nastro indietro di poche settimane , possiamo concordare che le risatine di Sarkozy sull’affidabilità dell’ Italia rischiano di rivelarsi un pericoloso boomerang in faccia per la grandeur francese,  infatti la cosiddetta tripla A è a rischio bocciatura imminente visto che il deficit pubblico transalpino è  vicino al 7%( quello dell’ Italia è del 3,9%) e il differenziale con i Bund tedeschi ha sfondato quota 200 punti base(come noi a giugno), per non parlare della crescita economica ormai sotto l’1% per il 2011.

Il vero problema di questa crisi Europea nasce dal ruolo della BCE che ha poteri dimezzati rispetto alla FED o alle banche centrali inglesi o giapponesi,  infatti la Banca Centrale Europea non può stampare moneta viste le resistenze della Germania, timorosa e impaurita dal pericolo inflazione e dall’ uniformare la casa Europea .  L’unica soluzione al problema è che la BCE inizi a emettere moneta o che vengano emessi Eurobond comuni a tutta l’Europa, questo fermerebbe immediatamente la speculazione contro i singoli Stati . La Germania d’altro canto non accetta di pagare le mancanze e le debolezze dei paese più deboli e indebitati che hanno speso senza alcun ritegno e si ostina quindi a negare qualsiasi progetto di più ampia visione.

La caduta del sire di Arcore e l’approdo del Prof. Mario Monti  esperto conoscitore degli affari comunitari, può certamente aiutare l’Italia a sedersi ai tavoli Europei per approntare una “core euro zone” ovvero una zona euro ristretta con i Paesi più forti, Germania, Francia, Olanda , Austria ed escludendo i paesi periferici come Portogallo, Grecia e Irlanda. Difficilmente l’Italia potrà rimanere fuori da questo nocciolo duro,  i tedeschi non saranno così ingenui da lasciare un paese come l’Italia, molto forte nel settore manifatturiero e per di più con una moneta più debole rispetto a loro. Di conseguenza le esportazioni tedesche subirebbero un contraccolpo notevole, e per la Germania sarebbe come avere una piccola Cina a qualche centinaia di Km di distanza da casa. Un incubo per Berlino. I prodotti italiani sarebbero più convenienti dei prodotti tedeschi nel mercato Europeo e mondiale.

Il lavoro che spetterà a Monti non sarà facile ma difficilissimo, infatti il discredito degli investitori e dell’Europa verso l’Italia causato dal Governo Berlusconi è notevole. Ciò che accadrà e si deciderà nelle prossime settimane sarà decisivo per le sorti del Vecchio Continente ma le decisioni cruciali saranno prese al Bundestag.

 Alla fine di Tangentopoli e con la scomparsa del pentapartito per opera della famigerata Procura “rossa” di Milano, l’Italia sembrava  essere avviata verso una possibile rinascita morale ed economica, lasciandosi indietro quell’alone di corruzione e malaffare che minava le fondamenta e quindi le istituzioni democratiche. Erano i primi anni ’90 quando i giudici Falcone e Borsellino venivano barbaramente trucidati dalla Mafia e il 1994 era l’anno della “discesa in campo” del Cavaliere, un ambiguo palazzinaro brianzolo con migliaia di miliardi di debiti sulla testa e un braccio destro di nome Marcello Dell’Utri. Riuscì a vincere le elezioni al primo colpo ma durò al potere poco meno di un anno. Oggi nel 2011, al terzo governo Berlusconi, viviamo qualcosa che ha dell’ incredibile. Nulla è cambiato dal 1992. E’ come se il paese fosse rimasto sotto una grande cupola di vetro e il tempo si fosse fermato inesorabilmente.  Il malaffare e la corruzione sono all’ordine del giorno, le varie cricche di faccendieri e cortigiani divorano il paese come zecche affamate di sangue, la criminalità organizzata sempre più potente ed infiltrata nel tessuto economico italiano, spolpa le ultime aziende sane della Nazione e blocca sul nascere la possibilità di crescita del meridione.

Non voglio divulgarmi sulle porcherie passate e quotidiane del Sultano, che ormai tutti conosciamo e ne abbiamo la nausea, ma ciò che colpisce è l’indifferenza e l’assuefazione del popolo. Il sistema mediatico berlusconiano ha atrofizzato letteralmente le menti degli Italiani, rendendoli impassibili e purtroppo non informati della realtà. Vi è mai capitato che un vostro amico vi abbia detto “Ma dopo Berlusconi, chi ci metti?”

Ecco, questo esempio ci da la conferma di come il suo impero mediatico sia riuscito a disintegrare la capacità intellettiva di una parte del paese e a canalizzare su se stesso l’idea di unico uomo possibile al comando. Berlusconi non è altro che un filo diretto della Prima Repubblica, un “residuato bellico” che è riuscito a fregare una Nazione.

La soluzione è solo una, tagliare il filo e ripartire per l’anno 2011. “Grande Giove!”

[Articolo pubblicato anche sul settimanale “Il Futurista”  http://www.ilfuturista.it/pietro-signani-ritorno-al-futuro/bloccati-nell-anno-1992.html]